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Ottobre 1922 le camicie nere di Benito Mussolini marciavano su Roma. La presa del potere, con il beneplacito del Re e dell’alta borghesia, fu il culmine di anni di violenze che continuarono ancora per un ventennio. Giacomo Matteotti, Gastone Sozzi, Michele Della Maggiora, i fratelli Carlo e Nello Rosselli, Antonio Gramsci furono solo alcune delle migliaia di vittime del fascismo.
Da Cuba e dal Messico, Julio Antonio Mella si pone contro il regime italiano, impegnato in quegli anni a instaurare in Italia un sanguinario regime dittatoriale e a trasformare Cuba nel primo stato fascista dell’America Latina.
Mella, e al fianco Tina Modotti, sua compagna, si battè contro Gerardo Machado, il “Mussolini tropicale”, per i metodi repressivi utilizzati a Cuba contro studenti, operai e contadini, sulla falsariga del fascismo italiano.
Tina dopo l’assassinio di Mella per mano dei sicari di Machado continuò la propria battaglia al fianco degli sfruttati dell’America Latina e in Europa.
Erano gli anni della condanna a morte di Sacco e Vanzetti e della lotta di Sandino in Nicaragua.