Sono tantissimi i pericoli che un animale selvatico può incontrare, venendo a contatto con il “nostro” mondo. Macchine falciatrici, incidenti stradali, fili dell’alta tensione sono solo alcuni esempi di imprevisti che piccoli leprotti, caprioli o uccelli possono trovarsi ad incontrare. I
Centri di Recupero Animali selvatici del Parco regionale Boschi di
Carrega e del Parco fluviale regionale dello Stirone si prendono cura ogni giorno di animali selvatici in difficoltà. E lanciano un appello. Può capitare di trovarsi davanti a un piccolo animale spaventato, o ferito, e il primo impulso è quello di prenderlo tra le braccia e portarlo in un luogo sicuro, magari il divano di casa propria. E qui circondarlo di cure e affetto, nutrendolo con gli alimenti che si darebbero ai propri cuccioli. Ma siamo sicuri che questa è la cosa migliore per gli animali selvatici? “Le intenzioni di chi si prende cura personalmente di un animale selvatico sono senza dubbio ottime – spiega Margherita Corradi, direttore del Parco Regionale dei Boschi di Carrega, biologa e naturalista convinta – ma per i leprotti, i caprioli e gli uccelli questa non è la soluzione migliore, anzi a volte può causare danni irreparabili. Se ci si imbatte in un animale veramente in difficoltà la cosa più importante che si può fare, per soccorrerlo sul serio, è portarlo immediatamente al Centro di recupero più vicino”.
Importante anche valutare se un cucciolo sia davvero “solo” o se la madre è nelle vicinanze ma non si fa vedere per paura di noi. “Per salvare un piccolo impaurito da una motofalciatrice, ad esempio – prosegue Margherita Corradi – è sufficiente spostarlo, senza allontanarlo troppo, in modo che la madre lo possa ritrovare. E’ importante anche utilizzare guanti, meglio se sporchi di terra ed erba, per questa operazione. Altrimenti potremmo “inquinare” con il nostro odore quello del cucciolo. E a questo punto la madre potrebbe non riconoscerlo ed abbandonarlo davvero al suo destino”. Anche quest’anno è stato avviato il programma “Sos animali selvatici”, in collaborazione con la Provincia di Parma, dalla quale i due Centri sono riconosciuti e patrocinati. Nell’ambito di questo progetto i Centri sono a disposizione, oltre che per accogliere gli animali anche per fornire informazioni su come comportarsi nel caso in cui si avvisti un animale selvatico in difficoltà, e distribuiscono un decalogo con suggerimenti utili sul comportamento da tenere. “Chi volesse conoscere nel dettaglio il lavoro che ogni giorno cerchiamo di svolgere – conclude Margherita Corradi – può venire a trovarci o visitarci virtualmente sul sito www.parchi.parma.it”.
Per informazioni:
Parco regionale dei Boschi di Carrega (che si occupa prevalentemente di mammiferi) 338.6817435 0521.833440/833163 parco.carrega@libero.it
Parco fluviale regionale dello Stirone (che si occupa prevalentemente di uccelli rapaci) 339.6302762 0524.581139
Lipu di Parma 0521.273043
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