Sabato 4 marzo alle ore 19.00, la Galleria Sant’Andrea sarà la cornice ideale e reale della sfilata “Remake – reinventando e riutilizzando tessuti e accessori nella moda”, disegnata dalla stilista Luisella Cincidda, realizzata in collaborazione con il laboratorio sartoriale di Paola Delle Donne. Le installazioni della famosa artista parmigiana Caterina Orzi faranno da scenografia alla sfilata, testimoniando la perfetta sinergia tra le due espressioni artistiche.
La collezione donna primavera-estate 2006, connotata dall’intensità del rosso e dalle calde sfumature dell’arancione che virano nella luminosità del giallo, evoca le estive atmosfere mediterranee che la stilista sarda sente intimamente vicine alla propria emotività e alle proprie origini. Leggere organze, lini trasparenti e rasi lucenti, impreziositi da motivi floreali applicati o dipinti e da ricami o fusioni di pizzo operato, acquistano una natura nuova e vibrante. Il remake o riutilizzo, tema della collezione, si rivela con grande forza di rottura negli abiti da sposa: ed ecco un patchwork di jeans sostituire il classico corpetto ricamato in seta, mentre ricami ad uncinetto ridisegnati rivivono come velo nuziale. Splendido esempio della collezione “Izabel Narciso”, pseudonimo della stilista, è l’abito da sposa, ispirato ai fasti settecenteschi, con una lunga coda che può essere staccata, trasformando così il capo da cerimonia in un elegante vestito animato da piccole rose.
La sintonia dei modelli di Luisella Cincidda con le opere di Caterina Orzi è magica, suggestiva: le imponenti tele realizzate dall’artista hanno la stessa forza leggera delle creazioni sartoriali, e la medesima attenzione per i dettagli minimali che si fondono in un lavoro d’insieme armonico, specchio di una comune passione per le textures colorate e le forme in movimento. Costituite da moduli rettangolari giustapposti, le opere della Orzi congiungono splendide fotografie di nudi femminili, pittorici e catalizzanti, a tessuti stampati con motivi fitomorfi, riletti dall’artista attraverso interventi di colore e collage. Questi intrecci vegetali di forme e colori si allontanano in tal modo dal semplice decorativismo dei tessuti prestampati, per evocare una natura intesa come origine, come mitica grande madre. È una natura fitta, intensa, in cui l’artista – e l’essere umano - non si perde ma, al contrario, riesce ad orientarsi, a trovare una direzione proprio nel movimento continuo, colorato da luci ad acrilico fluorescente. E l’origine, il punto di partenza e di arrivo, è il corpo, rivelato in tutta la sua evidente bellezza, che, in antitesi con la consumata iconografia erotica, si disvela avvolto da un’aura sacrale agli occhi dello spettatore, quasi offrendosi come in un rituale ancestrale. Il corpo riacquista la sacralità originale: si riconcilia con lo spirito, negando con veemente purezza la possibilità di usarlo come merce.
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