“Le
bimbe di Kabul” è il diario di un viaggio compiuto nella città
afghana da una missione parlamentare italiana. Gli incontri con il
Presidente Hamid Karzai, con l’ex re Zhair Shah, con i Ministri alla
Condizione Femminile e alla Pubblica Istruzione non riescono ad offrire
risposte pienamente soddisfacenti alla domanda su quale è oggi la
condizione di vita delle donne afghane. Alcune risposte che aiutano a
capire meglio la loro condizione arrivano dall’osservazione attenta
della vita nella città. Tra la polvere,
il fango e le macerie di Kabul si muove una comunità multietnica
e multilinguistica maschile: apparentemente le donne sono inesistenti.
Ogni tanto, lungo le strade, davanti alle bancarelle o nei negozi, dove
persino la vendita dei reggiseni è gestita dagli uomini, compaiono le
donne. La maggioranza indossa il burka. Perchè? In osservanza alle
vecchie prescrizioni talebane o per difendersi dall’invadenza maschile
e maschilista?
Tutelate
dalla rigida segregazione tra i sessi migliaia di bambine e ragazze
frequentano per la prima volta le scuole. Saranno le future vittime
scolarizzate della violenta cultura tribale maschile o avranno un futuro
degno di essere vissuto?
Ma
il futuro delle bambine non si giocherà solo in Afghanistan. Spetta
anche ai Governi e all’opinione
pubblica occidentale capire la complessità di quel Paese nel quale non
vi saranno né democrazia né
rispetto dei diritti umani sino a quando le donne non otterranno lo
statuto e la dignità delle persone.
I
diritti d’autore del libro saranno devoluti ad un progetto di
scolarizzazione rivolto alle bimbe e
alle ragazze di Kabul.