RITALIN
A TRENTO: PSICHIATRI A CONFRONTO
Ritalin
e bambini, a Trento
(Ponte Arche) grande successo di pubblico per il confronto tra Giù le
Mani dai Bambini e la neuropsichiatria territoriale: “fair play” tra
gli esperti, molte domande tra i cittadini e vivace dibattito. Il
Comitato contesta: “In Italia l’83% dei bambini etichettati
iperattivi è in cura con prisofarmaci”. Bazzoni (responsabile NPI)
risponde: “siamo i primi a dover vigilare sulle prescrizioni
disinvolte di psicofarmaci ai bambini, ma la nostra in Trentino è
una ipostazione differente”.
Intervento dell’Assessore alla salute Remo Andreolli
Ponte
Arche (Trento) – pace fatta tra la Neuropsichiatria infantile del
Trentino e Giù le Mani dai Bambini, primo referente nazionale
indipendente per l’ADHD (la sindrome dei bambini agitati e distratti)?
L’atmosfera si sgela quando il giornalista Luca Poma - portavoce
nazionale del Comitato per la farmacovigilanza pediatrica che consorzia
172 enti, tra cui 10 Università - prende la parola dopo l’intervento
del Dott. Bazzoni e del Dott Barone (Centro ADHD di Tione), e dice con
una battuta: “il nostro ruolo è di vigilare, per questo abbiamo un
approccio al problema deciso e dialettico, ma è difficile ‘giocare
in attacco’ quando si sentono dire cose di buon senso come ho sentito
questa sera da questi due specialisti”. Gli fa eco il
neuropsichiatra Barone che afferma: “è vero, su questa entità
chiamata ADHD, c’è ancora troppa confusione, anche noi ci
chiediamo tutti i giorni ‘esiste l’ADHD o non esiste’, per come
viene descritta, ma ciò che deve interessarci è il disagio del
bambino, è il bambino che deve essere messo al centro di tutto”. Poma
ha descritto lo scenario nazionale, dove l’83% dei bambini
etichettati ADHD è in terapia con potenti anfetamine (dati Istituto
Superiore di Sanità), sulla base di protocolli terapeutici ampiamente
contestati da una parte significativa della comunità scientifica, e per
un disagio che non è ancora assolutamente provato sia una malattia: “non
è poi vero che è un problema tutto americano, l’ONU ha lanciato
un allarme per un + 100% di vendite di questi psicofarmaci per bambini
in 50 paesi, inclusa Francia e Spagna, che sono molto simili
all’Italia, e secondo il Ministero della Salute sono dagli 80.000
ai 160.000 i bambini italiani potenzialmente destinatari
della prescrizione di queste contestate molecole psicoattive, questi
non sono certo i numeri di un problema ‘di nicchia’ “.
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Tuttavia
– hanno concordato Poma e Bazzoni, riferendosi a recenti polemiche
apparse sui giornali trentini ad opera di altre associazioni – è
sbagliato fare allarmismo: “la neuropsichiatria deve lavorare, e
gli organi di informazione vigilare su di un problema che certamente
esiste, ma dando notizie corrette, non inseguendo lo scoop a tutti i
costi”. La Dirigente Scolastica Maria Rita Alterio, che
assieme a Patrizia Filippi ed altri insegnanti dell’Istituto
Comprensivo Giudicarie Esteriori avevano organizzato nel pomeriggio di
ieri un affollatissimo seminario di aggiornamento su questi temi,
riservato al corpo docente, ha ricordato “l’importanza della
scuola, che spesse volte è la prima ad intercettare il disagio dei
minori ed a segnalarlo alle famiglie, e che deve collaborare con i
servizi ma non diventando essa stessa ‘l’anticamera dell’ASL’
“. Il lavoro ‘silenzioso’ della neuropsichiatria trentina è
stato poi ricordato dall’Assessore alla Salute Remo Andreolli,
che ha detto: “questi uomini stanno lontano dai riflettori, e
garantiscono da tempo risultati di eccellenza”. Numerose
le domande della platea, poi Poma ha concluso con una battuta di
simpatia per l’Assessore, rivolgendosi al folto pubblico presente in
sala: “fate attenzione a questo amministratore locale,
i politici normalmente salutano e se ne vanno, lui invece è rimasto per
tre ore qui con noi, ed è un gesto di attenzione davvero speciale nei
confronti di famiglie ed insegnanti”.
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