ADE SpA – CIMITERI DI PARMA – Luoghi
della Memoria
ANNIVERSARI DI OGGI
Selezione
di anniversari, ricorrenze, eventi e personaggi legati alla giornata
Foglio
settimanale di ADE SpA Parma. Anno IV.N.8 (139). Esce la Domenica
Edizione straordinaria del:FEBBRAIO 2007
GIORNO
DEL RICORDO
DISCORSO AL QUIRINALE DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO
NAPOLITANO
ROMA
- Le drammatiche vicende 1943-1946 del confine orientale dell'Italia
sono fra le pagine più buie, dimenticate e - fino a pochi anni fa -
rimosse della nostra storia recente. Raccontano, ha ricordato Giorgio
Napolitano, la tragedia collettiva del popolo giuliano-dalmata: migliaia
di famiglie perseguitate ed estromesse dalle loro case, migliaia di
italiani giustiziati, gettati nelle foibe carsiche, vittime di un
disegno ''annessionistico'' della Jugoslavia di Tito, di ''un moto di
odio e di una furia sanguinaria che assunse i sinistri contorni di una
pulizia etnica''.
Su
questa barbarie, sul dolore di ''migliaia di famiglie i cui cari furono
imprigionati, uccisi, gettati nelle foibe'', ha detto il capo dello
Stato celebrando il Giorno del Ricordo al Quirinale, dobbiamo rompere un
silenzio durato troppo a lungo, e ognuno deve riconoscere la sua parte
di colpa. Non dobbiamo tacere. Dobbiamo assumerci - ha affermato
Napolitano – la responsabilità di aver negato o teso a ignorare la
verità, per pregiudiziali ideologiche e cecità politica, e di averla
rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali ''.
In
effetti, attorno a Trieste, in Istria, la contesa territoriale si
intrecciò con lo scontro ideologico e con la ferrea logica dei blocchi,
e produsse mostruosità. Bertinotti, Rutelli e Veltroni ascoltano e
condividono questa ammissione senza attenuanti delle responsabilità di
un'intera classe politica, per quella che lo stesso Napolitano ha
definito ''la congiura del silenzio''.
Ci
sono voluti sessant’anni per superare le pregiudiziali, i veti
incrociati che impedivano di parlare di quella immane tragedia e
arrivare alla legge del 2004, approvata a larghissima maggioranza, che
istituisce questa ricorrenza e permette, ha detto Napolitano, ''un
riconoscimento troppo a lungo mancato''. Un riconoscimento che il capo
dello Stato ha tributato consegnando ventidue medaglie alla memoria alle
vittime di quella barbarie: funzionari dello Stato, militari, operai,
impiegati, singoli cittadini catturati dai partigiani jugoslavi fra
l'autunno del '43 e la primavera del '46 e fatti sparire. Di alcuni non
si e' saputo mai nulla.
Di
altri sono stati ritrovati i resti nelle foibe. Napolitano ha anche
rivolto un pensiero affettuoso e commosso a tutti coloro che furono
costretti a lasciare le loro terre, le loro case, e ad affrontare
''l'odissea dell'esodo, del dolore e della fatica'' di mettere radici in
un'altra parte dell'Italia e a sopportare anche ''la congiura del
silenzio, che fu la fase meno drammatica ma ancor più amara e
demoralizzante dell'oblio''. Per fortuna, conclude Napolitano, ''abbiamo
posto fine a un non giustificabile silenzio e stiamo ristabilendo
rapporti con quelle terre ex italiane in nome dell'amicizia all'interno
dell'Europa unita. E non dobbiamo mai dimenticare che la
riconciliazione, fra italiani e con altri popoli, che fermamente
vogliamo, esige il ristabilimento della verità”.
Paolo
Barbi, presidente storico dell'associazione dei giuliano-dalmati, ha
ringraziato Napolitano e in una breve ricostruzione storica ha voluto
ricordare che purtroppo la tragedia delle foibe, la persecuzione degli
italiani residenti in Istria, aveva anche radici storiche. ''Allora - ha
detto -esplosero vendette e odi covati nell'esasperazione nazionalistica
durata decenni, nel clima della guerra totale, impietosa dei regimi
totalitari. Oggi, ha concluso, nel quadro dell'Europa unita é più
facile purificare la memoria e far capire che l'autarchia degli
Stati-nazione può creare queste barbarie”.
Febbraio 2007 (Thanks to: Quirinale,
Ansa)
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