La
buona fede non è sfortunatamente sinonimo di buona condotta e un
semplice tentativo di soccorso non necessario rischia di mettere a
repentaglio la vita futura del cucciolo che, marcato con un nuovo odore,
non sarà più riconosciuto dalla madre e verrà abbandonato. Lasciarlo
sul posto, nel suo ambiente naturale, senza toccarlo (in particolar modo
a mani nude) e allontanarsi il più in fretta possibile è
paradossalmente il gesto più corretto e la migliore garanzia alla
protezione dell’animale, che presto sarà raggiunto dalla madre.
Fanno
chiaramente eccezione i casi in cui l’animale sia ferito (sono
frequenti le ferite alle zampe causate dalle macchine falciatrici) o in
situazioni di comprovato pericolo. E’ allora la rapidità con la quale
viene segnalato o consegnato al CRAS ad entrare in gioco e a diventarne
la prima garanzia di sopravvivenza.
Se
tuttavia il piccolo venisse rinvenuto durante uno sfalcio, ma non ne
fosse ferito, è importante non prenderlo a mani nude e spostarlo invece
ai bordi del prato, ben protetto vicino ad un cespuglio; penserà la
madre a recuperarlo, alla partenza degli esseri umani.
Queste
regole sono valide anche per altri animali selvatici, quali cerbiatti,
leprotti, scoiattoli o nidiacei: lasciarli in natura, quando possibile,
senza manipolarli, è per loro una maggiore garanzia di vita, ma
soprattutto di una vita di qualità a loro adeguata; senza contare che
la eventuale detenzione privata di animali selvatici è punibile dalla
legge.
Per
informazioni
relative ai mammiferi: CRAS “Casa Rossa” Parco Regionale Boschi di
Carrega – Servizio SOS Animali Selvatici
tel. 338/6817435, 0521/833440
Per
informazioni
relative agli uccelli rapaci: CRAS “Le Civette” Parco Fluviale
Regionale dello Stirone tel.
339/6302762, 0524/581139.
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