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Se vuoi aiutarmi, non toccarmi

La campagna di sensibilizzazione del Parco Regionale Boschi di Carrega

 

Guardare e non toccare! E’ un invito, quasi un ordine, che comunemente viene rivolto ai visitatori di mostre che espongono preziose opere frutto dell’ingegno umano. A volte è però proprio l’ingegno umano che, assente per motivi di famiglia, sembra necessitare di tale avvertimento: specie quando le opere in questione sono figlie della natura.

“Se vuoi aiutarmi, non toccarmi…!” è la campagna di sensibilizzazione che il Parco Regionale Boschi di Carrega ogni anno mette in atto in primavera, un periodo di forte rinnovamento della natura e di nascite degli animali selvatici.

E proprio a fronte dell’arrivo di 11 piccoli di capriolo in soli 10 giorni, il Centro Recupero Animali Selvatici “Casa Rossa” sente la necessità di lanciare, ancora una volta, un accorato appello.

L’allevamento artificiale dei caprioli, anche se con i dovuti e complessi accorgimenti, non è esente da rischi per l’animale, il quale dovrà essere sottoposto ad una lunga fase di svezzamento e ad un ulteriore lungo periodo di addestramento al reinserimento in natura.

Quindi, se passeggiando nel bosco o attraversando un prato la visione di un cucciolo immobile nell’erba dovesse risvegliare un sopito e naturale istinto di soccorso e protezione, è fondamentale non assecondarlo: l’animale non è abbandonato! Nelle prime settimane di vita, un capriolo passa pochissimo tempo con la madre, la quale spesso si avvicina solo per allattarlo e rimane celata in zone poco visibili; il piccolo è “protetto” esclusivamente dalla sua totale mancanza di odore e dalla sua immobilità.

La buona fede non è sfortunatamente sinonimo di buona condotta e un semplice tentativo di soccorso non necessario rischia di mettere a repentaglio la vita futura del cucciolo che, marcato con un nuovo odore, non sarà più riconosciuto dalla madre e verrà abbandonato. Lasciarlo sul posto, nel suo ambiente naturale, senza toccarlo (in particolar modo a mani nude) e allontanarsi il più in fretta possibile è paradossalmente il gesto più corretto e la migliore garanzia alla protezione dell’animale, che presto sarà raggiunto dalla madre.

Fanno chiaramente eccezione i casi in cui l’animale sia ferito (sono frequenti le ferite alle zampe causate dalle macchine falciatrici) o in situazioni di comprovato pericolo. E’ allora la rapidità con la quale viene segnalato o consegnato al CRAS ad entrare in gioco e a diventarne la prima garanzia di sopravvivenza.

Se  tuttavia il piccolo venisse rinvenuto durante uno sfalcio, ma non ne fosse ferito, è importante non prenderlo a mani nude e spostarlo invece ai bordi del prato, ben protetto vicino ad un cespuglio; penserà la madre a recuperarlo, alla partenza degli esseri umani.

Queste regole sono valide anche per altri animali selvatici, quali cerbiatti, leprotti, scoiattoli o nidiacei: lasciarli in natura, quando possibile, senza manipolarli, è per loro una maggiore garanzia di vita, ma soprattutto di una vita di qualità a loro adeguata; senza contare che la eventuale detenzione privata di animali selvatici è punibile dalla legge.

Per informazioni relative ai mammiferi: CRAS “Casa Rossa” Parco Regionale Boschi di Carrega – Servizio SOS Animali Selvatici 
tel. 338/6817435, 0521/833440

Per informazioni relative agli uccelli rapaci: CRAS “Le Civette” Parco Fluviale Regionale dello Stirone tel. 339/6302762, 0524/581139. 


 

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