ADE SpA – CIMITERI DI PARMA – Luoghi
della Memoria
ANNIVERSARI DI OGGI 18
FEBBRAIO
2007
Selezione
di anniversari, ricorrenze, eventi e personaggi legati alla giornata
Foglio
settimanale di ADE SpA Parma. Anno IV.N.9 (140). Esce la Domenica
Santi
del Giorno:
Sant' Angilberto di Centula
Abate, Sante Costanza ed Esuperia di
Vercelli, Sant'
Elladio di Toledo Vescovo, San Francesco Regis Clet
Martire in Cina (1),
San Simeone, San Tarasio vescovo,
San Giovanni Pietro Neel,
Santi Massimo, Claudio,
Prepedigna, Alessandro e Cuzia Martiri di Ostia, Santi Sadoth e centoventotto
compagni Martiri, San Teotonio
Sacerdote, San
Giovanni Pietro Neel Martire, Beata Geltrude (Gertrude)
Comensoli, Beato
Giorgio (Jerzy) Kaszyra, Beato Giovanni da Fiesole, detto
Beato Angelico o Fra Angelico (2),
Beato Giovanni Pibush
Martire, Beato
Guglielmo Harrington Martire.
Eventi:
1861: Vittorio Emanuele II di Savoia
convoca il primo parlamento del Regno
d'Italia, 1885:
Viene pubblicato “Le avventure di Huckleberry
Finn” di Mark Twain, 1913: Raymond Poincaré diventa presidente della Francia,
1929: Vengono
annunciati i primi Academy Awards, 1930:
Il pianeta
Plutone viene scoperto
da Clyde
Tombaugh, 1932:
Il Giappone dichiara la Manciuria
indipendente dalla Cina,
1984: Viene
firmato il nuovo concordato tra Italia e Santa
Sede.
Nati:
1626: Francesco
Redi, medico italiano († 1697), 1677: Jacques
Cassini, astronomo francese († 1756),
1745: Alessandro Volta (3), 1898: Enzo
Ferrari, industriale † 1988 (4),
1906: Hans
Asperger, medico austriaco († 1980), 1932: Miloš
Forman, regista, 1938: István
Szabó, regista, 1940: Fabrizio De André, cantautore, 1967: Roberto
Baggio, calciatore.
Morti:
1445: Beato Angelico, pittore
(2), 1546:
Martin
Lutero, religioso tedesco (n. 1483), 1564: Michelangelo Buonarroti,
artista (n. 1475),
1963: Beppe
Fenoglio, scrittore, 1967: Robert Oppenheimer, fisico (n. 1904)
(1) San Francesco
Regis Clet, martire in Cina
(Grenoble,
Francia, 19 agosto 1748 - Outchangfou, Hu-pé, Cina, 18 febbraio 1820)
Nato
a Grenoble, Francia, nel 1748, è docente di teologia morale presso il
seminario di Annecy (Alta Savoia). Lo chiamano “biblioteca vivente”
gli alunni del seminario ai quali insegna teologia morale. È stato
ordinato nel 1773, a 25 anni, ma non è prete diocesano: dai 21 anni
appartiene alla Congregazione della Missione, fondata a Parigi nel 1625
da San Vincenzo de’ Paoli. I suoi componenti (chiamati Lazzaristi o
Vincenziani) sono sacerdoti che fanno vita comune e hanno il compito
della predicazione missionaria nelle campagne, oltre che in ambienti
“fuori dal mondo”, come le galere. A questo si aggiunge poi la
missione all’estero: Europa, Africa e Cina. Francesco Régis si fa
strada come insegnante, e sui 40 anni i superiori lo chiamano a guidare
il Seminario vincenziano di Parigi, dove vive la prima fase della
Rivoluzione francese. Nel 1791, a 43 anni, chiede di andare missionario
in Cina.
Si
imbarca nel porto brétone di Lorient e dopo cinque mesi arriva nella
portoghese Macao. Per i missionari, questo è luogo di acclimatazione
prima di inoltrarsi nell’immenso impero cinese, nel quale agli inizi
del XVIII secolo i cattolici erano calcolati in 300 mila, grazie ai
primi imperatori manciù della dinastia Ching (succeduta nel 1644 ai
cinesi Ming) che hanno consentito l’attività missionaria. Ma il clima
è già peggiorato al tempo dell’imperatore Kiaking, quando arriva
padre Francesco Régis. Cresce la diffidenza verso l’Occidente, dal
quale provengono in massima parte i missionari. Inoltre, sono cessati da
tempo gli arrivi di Gesuiti, perché nel 1773 papa Clemente XIV ha
soppresso la loro Compagnia, arrendendosi alle pressioni di Governi
europei, che se ne sono poi spartiti i beni.
In
Cina la diffidenza e l’avversione anticattolica di molti ambienti sono
state poi alimentate, disgraziatamente, anche da dissidi aspri tra i
missionari di differenti Ordini, sui modi dell’evangelizzazione. Padre
Francesco Régis è giunto dunque alla missione nel momento meno
propizio. Lui, “biblioteca vivente”, uomo di studio, deve farsi uomo
di opere, applicando e vivendo le esortazioni del fondatore San
Vincenzo: "Insieme alla preghiera, è indispensabile la fatica.
Bisogna accettare con gioia la privazione, la malattia, la
disgrazia". E davvero le disgrazie non gli mancano. Tra il 1805 e
il 1811 la diffidenza verso i missionari diventa persecuzione aperta, e
per due volte egli riesce a salvarsi passando da un luogo all’altro,
aiutato e nascosto dai cristiani cinesi.
A
peggiorare il clima di xenofobia contribuisce poi il sempre più grave
disagio sociale, per l’aumento della popolazione e per il concentrarsi
della proprietà terriera in poche mani. Nel 1818 tutto questo porta a
un’altra persecuzione, e stavolta padre Francesco Régis ne cade
vittima. Lo denuncia, per soldi, un cristiano rinnegato, mentre lui si
trova nella provincia di Hubei (capoluogo Wuhan). È il giugno del
1819.
Lui
ha 71 anni, ma i mesi di carcere e i processi con tortura non lo
cambiano: continua tranquillo a dichiararsi prete e missionario
cattolico, "accettando la disgrazia con gioia". E anche con
stupore dei giudici e degli aguzzini, quando lo mettono a morte
strozzandolo su una sorta di croce: non può parlare, ma le sue
“ultime parole” sono un sorriso silenzioso.
Dopo
38 anni il suo corpo sarà portato a Parigi, dove è sepolto nella
cappella dei Preti della Missione. Giovanni Paolo II lo ha canonizzato
nel 2000 con altri 119 testimoni della fede.
(2) Beato Giovanni da Fiesole, Domenicano
(Vicchio
di Mugello, Firenze, 1387 - Roma, 18 febbraio 1455)
Questa
soave e genialissima figura di Frate Predicatore fu un dono magnifico
fatto da Dio all’Ordine. Guido o Guidolino, figlio di Pietro, nacque a
Vicchio di Mugello in Toscana alla fine del XIV° secolo e fin da
giovane fu pittore in Firenze. Quando sentì la vocazione, insieme al
fratello Benedetto, si presentò al convento domenicano di Fiesole.
Ordinato sacerdote assunse il nome di Fra Giovanni da Fiesole, ma subito
dopo la sua morte fu chiamato “Beato Angelico”. L’azione di santo
e di artista del giovane si svolse mirabilmente nel clima di alta
perfezione spirituale e intellettuale trovato nel chiostro. Le sante
austerità, gli studi profondi, la perenne elevazione dell’anima a
Dio, affinarono il suo spirito e gli aprirono orizzonti
sconfinati.
Così
preparato, da buon Frate Predicatore, poté anch’egli dare agli altri
il frutto della propria contemplazione e dar vita, col suo magico
pennello, al più sacro dei poemi, narrando ai fratelli la divina storia
della nostra salvezza. I suoi Crocifissi, le sue Madonne, i suoi Santi
sono una predica che risuona nei secoli. Anima di una semplicità
evangelica, seppe vivere col cuore in cielo, pur consacrandosi a un
intenso lavoro. Sue sono molte pale d’altare a Fiesole. Recatosi a
Roma, su invito di Papa Eugenio IV, dipinse nella Basilica di San Pietro
e nei Palazzi Vaticani, e per Papa Niccolò V la sua cappella privata e
lo studio in Vaticano. Il Papa gli offrì la Sede Vescovile di Firenze,
che energicamente rifiutò, persuadendo il Pontefice a nominare il
confratello Sant’Antonino.
Fu
da Dio chiamato al premio eterno il 18 febbraio 1455 a Roma, nel
convento di Santa Maria sopra Minerva, dove il suo corpo è ancora
conservato nella attigua Basilica Domenicana. A suo onore, e per la
promozione dell’arte sacra, Papa Giovanni Paolo II il 3 ottobre 1982
ha concesso il suo culto liturgico a tutto l’Ordine e il 18 febbraio
1984 lo ha proclamato Patrono Universale degli Artisti.
(3) Alessandro Volta
(Camnago,
18
febbraio 1745
- Como,
5
marzo 1827)
Il
Conte Alessandro Giuseppe Antonio Anastasio Volta, conosciuto per
l'invenzione della pila
elettrica nacque a Camnago, che oggi ha assunto la denominazione
di Camnago Volta in suo onore. Venne educato a Como dove divenne
professore
di fisica
alla Scuola Reale nel 1774.
La
sua passione fu sempre lo studio dell'elettricità,
e ancora giovane studente, scrisse addirittura un poema in latino
su questo affascinante, nuovo fenomeno. Nel 1775 creò l'elettroforo,
un congegno che produce una carica elettrica statica. Studiò la chimica
dei gas, scoprì il metano, e
condusse vari esperimenti. Nel 1779 divenne professore di fisica all'Università di Pavia,
una cattedra che occupò per 22 anni. Nel 1800, come
risultato di un disaccordo professionale sulle teorie di Luigi
Galvani, sviluppò la cosiddetta pila voltaica, un
predecessore della batteria elettrica, che produceva una corrente
elettrica costante. Volta determinò che la coppia più efficace di
metalli dissimili, producenti elettricità era composta da zinco e argento.
Volta sposò Teresa Peregrini, figlia del conte Ludovico Peregrini, nel 1794 e la coppia
ebbe tre figli. In onore del suo lavoro nel campo dell'elettricità, Napoleone lo proclamò
conte nel 1810
e nel 1815
l'imperatore d'Austria
lo nominò professore all’Università di Padova. Nel 1819 si ritirò a
vita privata nella casa di campagna a Camnago
dove morì il 5 marzo 1827
a 82 anni. Nel 1881
l'unità di misura SI del potenziale elettrico
venne chiamata volt
in suo onore.
(4) Enzo Ferrari
(Modena, 18
febbraio 1898
- Maranello,
MO, 14
agosto 1988)
Enzo
Anselmo Ferrari, fondatore dell'omonima industria automobilistica, dopo
la prima guerra mondiale cercò un lavoro presso la FIAT,
ottenendo un rifiuto; trovò però un'opportunità in una piccola
impresa meccanica, la CMN.
Cominciò
anche a correre nel 1919, con scarso
successo. Nel 1920
iniziò a correre con l'Alfa Romeo, che all'epoca era un club per
gentlemen driver. Correndo a Ravenna, nel 1923, la madre di
Francesco Baracca, contessa Paolina Biancoli,
gli consegnò il simbolo che il leggendario aviatore portava sulla
carlinga: un cavallino rampante che apparirà poi sulla carrozzeria
delle sue vetture. Non corse molte gare, divenne essenzialmente ciò che
oggi si direbbe un team manager con l'Alfa Romeo e la collaborazione si
protrasse fino al 1929, anno in cui
nacque la Scuderia Ferrari come squadra corse dell'Alfa
stessa.
Ferrari
gestiva lo sviluppo delle vetture Alfa, e costruì un team di oltre 40
piloti, tra cui Alberto
Ascari, Campari e Tazio
Nuvolari. Ferrari stesso continuò a correre fino alla
nascita, nel 1932, del figlio
Alfredo, detto Dino, che morì nel 1956. La crisi economica
nel 1933 portò l'Alfa Romeo a ritirarsi fino al 1937; poco dopo Ferrari
si ritirò e creò l'Auto Avio Costruzioni.
La Ferrari, così come la conosciamo oggi, venne fondata nel 1947. La prima
gara fu il Gran Premio di Monaco
nel 1947 (non esisteva ancora la Formula
1 che nacque nel 1950). La prima vittoria in F1 fu il G.P. di Gran Bretagna
del 1951.
Il primo titolo mondiale di F1 giunse nel 1952.
La
conversione di Ferrari pilota e direttore di scuderia sportiva in
industriale dell'automobile fu stimolata dall'amicizia-competizione con
Vittorio Stanguellini, il modenese che alla fine degli anni Quaranta
dominava i circuiti del mondo nelle gare di formula "junior",
allora oggetto di entusiasmi uguali a quelli suscitati dalla formula
uno. Stanguellini era solito collocare le proprie auto, modelli Fiat
abilmente modificati, ai primi posti di tutte le competizioni più
significative. Testimonianze modenesi attestano che Ferrari si sarebbe
avvalso dell'esperienza delle officine di Stanguellini usufruendo anche
di tecnici dell'amico-avversario.
Nel
frattempo la Ferrari vendeva vetture sportive per finanziare la
partecipazione alla F1 e a eventi come la Mille
Miglia e la 24 Ore di Le Mans (che la Scuderia vinse 14
volte, di cui sei di seguito dal 1960 al 1965). Nel 1969 a fronte di
difficoltà finanziarie Ferrari fu costretto a cedere una quota della
sua impresa alla FIAT che, inizialmente presente come socio paritario,
ne assunse in seguito il controllo (attualmente la Fiat detiene il 90%
della Ferrari, il 10% in mano a Piero Lardi Ferrari).
Enzo
Ferrari morì il 14 agosto 1988, e la notizia della sua morte, seguendo
le sue volontà, fu data solo dopo la sua sepoltura. Dal 2000
ha l'onore di essere inserito anche nella Automotive Hall of Fame
ove sono tutte le maggiori personalità distintesi in campo
automobilistico.
18 Febbraio (Thanks to: Domenico Agasso, Franco Mariani, Santi e Beati,
Wikipedia, Avvenire)
Buona
Domenica a Voi e Famiglie da:
ADE
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Luoghi
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