COMUNICATO
STAMPA DI MEDICI SENZA FRONTIERE
Somalia,
si aggrava la situazione degli sfollati in fuga da Mogadiscio ad
Afgooye MSF chiede
la mobilitazione delle organizzazioni umanitarie
Migliaia di famiglie stanno
fuggendo da Mogadiscio dove violenze e bombardamenti continuano a
colpire la popolazione civile. Medici Senza Frontiere (MSF) stima che
quasi 4'900 famiglie siano giunte nella zona durante le ultime tre
settimane.
Mogadiscio / Roma, 24 luglio
2007 – Quattro
mesi dopo l’inizio dell’attuale crisi provocata da una grave ondata
di violenza a Mogadiscio, la maggior parte dei 400mila sfollati
(398mila, secondo le Nazioni Unite) non sono ancora potuti tornare nelle
loro case e continuano a dipendere dall’assistenza fornita dalle poche
organizzazioni umanitarie presenti sul posto. La gran parte delle
famiglie sfollate ha trovato rifugio a Afgooye e a Hawa Abdi, 30
chilometri a ovest di Mogadiscio, in condizioni di estrema precarietà,
riparandosi sotto gli alberi o in edifici pubblici abbandonati. Gruppi
locali hanno fatto del loro meglio per aiutare le famiglie in difficoltà
fornendo loro un minimo di rifugio. Medici Senza Frontiere (MSF) ha
lanciato un programma medico d’urgenza e di assistenza per rispondere
ai grandi bisogni della popolazione.
“Nella zona non vengono
effettuate distribuzioni di cibo in maniera regolare, solo poche
organizzazioni sono presenti e forniscono aiuto alle famiglie
sfollate”, afferma Feisal Abdulkadir, responsabile di MSF a
Afgooye. “I prezzi alti dei beni di prima necessità disponibili al
mercato e l’assenza di fonti di reddito stabili per le famiglie
sfollate aumentano ulteriormente la loro vulnerabilità”.
Lo scorso giugno, MSF ha condotto
un’inchiesta sanitaria nella zona dove gli sfollati si sono radunati.
Ha preso in considerazione 393 famiglie e 641 bambini sono stati
sottoposti a esami nutrizionali: i primi risultati indicano un tasso di
malnutrizione globale del 21,5% e un tasso di malnutrizione severa acuta
del 3%.
Tra le famiglie intervistate, “il
6% ha affermato di non avere mangiato nulla il giorno precedente”, afferma
la dottoressa Monica Rull, che ha condotto l’inchiesta nutrizionale. “Oltre
il 60% delle famiglie non ha fonti di reddito e il 93% ha già esaurito
le scorte alimentari o le esaurirà presto”.
Durante gli ultimi due mesi,
l’attenzione dei media internazionali si è raramente concentrata su
quanto accadeva a Mogadiscio e nelle aree circostanti, dove decine di
migliaia di persone continuano ad aspettare disperatamente aiuto dalla
comunità internazionale.
Medici Senza Frontiere lancia un
appello affinché un’immediata mobilitazione da parte delle
organizzazioni umanitarie risponda al rapido deteriorarsi della
situazione.
Medici Senza Frontiere lavora
in Somalia centrale e meridionale da oltre 16 anni, e fornisce
attualmente cure mediche in dieci regioni: Bakool, Banadir, Bay,
Galgadud, Hiraan, Lower Juba, Middle Juba, Mudug, Middle Shabelle e
Lower Shabelle. 60 operatori internazionali e oltre 800 operatori somali
di Medici Senza Frontiere lavorano in Somalia. Nel 2006 MSF ha
effettuato più di 300mila visite mediche ambulatoriali, e ha
ricoverate 10mila pazienti in ospedale.
Per informazioni:
Andrea Pontiroli - Ufficio
stampa di Medici Senza Frontiere - 06 4486921 – Cell: 335 8489761
andrea.pontiroli@rome.msf.org
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