Malnutrizione: la rivista Lancet non
sostiene gli sforzi per salvare milioni di bambini malnutriti
Londra / Roma, 17
gennaio 2008 – Il nuovo numero
della prestigiosa rivista medica Lancet ospita una serie di articoli
sulla sottoalimentazione nelle madri e nei bambini che – giustamente
– sottolineano come la nutrizione sia “un aspetto disperatamente
trascurato per quanto riguarda la salute materno-neonatale e
infantile”. Purtroppo l’analisi presentata sembra molto debole e
le raccomandazioni obsolete: secondo Medici Senza Frontiere (MSF) si
rischia in questo modo di minare gli sforzi in corso per promuovere
alcuni cambiamenti urgentemente necessari.
Le equipe di MSF si confrontano
quotidianamente con l’impatto devastante della malnutrizione
infantile: nel solo 2006 hanno assistito più di 150mila bambini in 99
programmi. Lo staff medico dell’organizzazione constata in prima
persona come la malnutrizione indebolisce la resistenza dei bambini e
aumenta il rischio di morire di malattie polmonari, diarrea, malaria,
morbillo e Aids. Gli operatori di MSF hanno documentato l’impatto
rivoluzionario di alimenti terapeutici pronti all’uso (ready to use
therapeutic food – RUTF) nella cura dei bambini malnutriti.
Secondo Medici Senza Frontiere, la serie di
articoli pubblicati da Lancet presenta i seguenti punti deboli: il
numero di decessi attribuibili alla malnutrizione severa e acuta è
pesantemente sottostimato poiché non sono incluse le morti causate
dall’idropsia nutrizionale, una forma altamente letale di
malnutrizione che predomina in ampie zone dell’Africa Centrale e
Meridionale; gli articoli non appoggiano il nuovo approccio –
recentemente promosso anche da UNICEF, OMS e PAM – alla cura della
malnutrizione severa e acuta basato su cure domiciliari e a livello di
comunità con gli alimenti terapeutici pronti all’uso (RUTF);
gli articoli sono centrati sull’approccio basato sul ricovero
ospedaliero dei pazienti malnutriti in un’era in cui i ministri della
Salute, le agenzie dell’ONU e le ONG si stanno attivamente spostando
verso una strategia di cura domiciliare e a livello di comunità con
somministrazione di RUTF che ha dato prova di essere efficacissima. Solo
i casi più complicati sono ora curati in ospedale; gli autori
giustificano la loro reticenza nel dare un solido supporto
all’approccio basato sull’assistenza domiciliare citando la mancanza
di “trials randomizzati”. Eppure essi continuano a sottolineare
l’efficacia di un approccio basato sull’ospedalizzazione citando i
risultati di 9 studi, nessuno dei quali è randomizzato.
Dal 2000 MSF cura la malnutrizione acuta con
i cibi terapeutici pronti all’uso in diversi Paesi africani e
asiatici, inclusi Afghanistan, Angola, Burundi, Etiopia, Niger e Sudan.
L’assistenza ambulatoriale e domiciliare ha permesso a MSF di
assistere molti più bambini di quanti ne poteva curare in passato
quando la terapia standard era basata sul ricovero.
I risultati sono stati attentamente
monitorati, in particolare nel progetto di MSF a Maradi, in Niger, dove
centinaia di migliaia di pazienti sono stati assistiti a partire dal
2001. Nel 2007 più di 22mila bambini gravemente malnutriti sono stati
trattati con un tasso di guarigione dell’84% e un tasso di mortalità
inferiore al 3%.
Il trattamento ambulatoriale su larga scala
della malnutrizione severa acuta viene attuato con successo – con il
supporto dei partner e dei donatori – dai ministeri della Salute in
Etiopia, in Malawi e in Niger. Eppure, nonostante le Nazioni Unite
raccomandino di applicare strategie di trattamento a base di cibi
terapeutici pronti all’uso, solo il 3% dei bambini affetti da
malnutrizione grave ha oggi accesso a questi cibi salvavita.
Non appoggiando con forza la cura a base di
alimenti terapeutici pronti all’uso e il trattamento a livello di
comunità, la serie di articoli pubblicati su Lancet minano il supporto
a questo tipo di interventi salvavita.
Forse questo approccio “conservatore” è
basato sul fatto che le nuove e più efficaci strategie basate
sull’impiego dei cibi terapeutici pronti all’uso sarebbero più
costose e richiederebbero finanziamenti internazionali per l’acquisto
di questi prodotti che spesso sono disponibili a livello locale. Ma
considerando i risultati eccezionali raggiunti da MSF e da altre agenzie
fino a oggi grazie ai RUTF e considerando le potenzialità che questi
cibi hanno per salvare milioni di vite, i donatori istituzionali
dovrebbero finanziare e sostenere i Paesi riceventi affinché diffondano
rapidamente e su larga scala questo tipo di interventi. L’applicazione
massiccia di questa strategia farà la differenza tra la vita e la morte
per i bambini a rischio al di sotto dei tre anni.
È possibile scaricare il dossier per la
stampa relativo alla campagna di MSF “Il cibo non basta” per
promuovere l’utilizzo di alimenti terapeutici pronti all’uso per
combattere la malnutrizione infantile, all’indirizzo internet:
http://www.medicisenzafrontiere.it/msfinforma/comunicati_stampa/
Dossier_Stampa_Nut.pdf
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Per informazioni e
interviste:
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